sabato 1 marzo 2014

Dal quadro alla sua descrizione alle storie nascoste che narra: "I cacciatori nella neve" di Peter Bruegel visto, raccontato e interpretato da Tobia

Descrizione
Il quadro raffigura un paesaggio invernale che lascia trasparire una crudezza e freddezza tipiche dei paesi nordici. In primo piano osserviamo dei cacciatori, seguiti dai loro cani, che stanno oltrepassando con fatica un passo innevato e disseminato di alberi spogli. Sopra gli alberi e sparsi per la tavola volano degli uccelli neri. Vicino a loro notiamo una casa davanti alla quale degli uomini stanno accendendo un fuoco. Il passo che stanno superando i cacciatori è in realtà una delle colline che vediamo dipinte sulla tela. Sopra ogni collina è presente almeno una casa. Possiamo osservare un’interessante particolare che conferma la nostra precedente ipotesi: i tetti di tutte queste case hanno una forma triangolare. Sotto a queste colline possiamo osservare con chiarezza due laghi ghiacciati sopra i quali degli uomini stanno pattinando. Possiamo capire che queste chiazze di colore grigio sono dei laghi anche perché notiamo un ponte che collega due case al resto del paese. Il quadro, però, non descrive solo questi elementi tipici della presenza degli uomini, ma anche la natura: subito dopo la fine del paesino è presente un territorio totalmente bianco, interrotto solamente da rade macchie di alberi sempreverdi. In alto a destra del quadro sono presenti dei picchi freddi e grigi che, con la loro forma acuminata, suggeriscono un’atmosfera di pericolo e di paura. In lontananza è inoltre presente un altro paese, di cui vediamo principalmente il campanile.


Era una giornata fredda quando Mark si svegliò nella sua casa. Perfino il suo letto era freddo: la finestra della cucina si era aperta nella notte a causa del vento ed ora le lenzuola erano congelate. Sua moglie era ancora addormentata: “Beh, dopotutto sono ancora le tre” pensò Mark, quindi si alzò dal letto lentamente – per non svegliarla – e chiuse la finestra. Suo figlio si era svegliato già da un po’ e aveva preparato la loro semplice colazione: pane vecchio imbevuto in poco latte freddo, che consumarono in silenzio, come di consuetudine. “Hai preparato anche gli scarponi?” chiese Mark al figlio, “sono pronti i cani?”. Il figlio gli rispose che i cani erano già fuori e aveva preparato gli scarponi, mettendoli fuori dalla porta. Improvvisamente uno sbadiglio arrivò dal secondo piano, segno che Ygritte si era svegliata. Quando arrivò anche lei al tavolo e prese il suo posto sulla vecchia e instabile sedia che era rimasta vuota, disse con calma: “Partite ora? Io aspetto Sonja e Julia, poi comincio a preparare il fuoco…”. “Se tutto va bene partiamo ora, sì.” rispose cupamente Mark. Prese per un braccio il figlio e si avviò verso l’esterno, dove i cani aspettavano intrepidi. Fuori dalla casa faceva freddo come mai l’aveva fatto prima. Crag, la città più vicina si vedeva poco a causa della nebbia. La città era deserta: la maggior parte delle persone avevano sfidato il freddo recandosi ai Due Laghi, per pattinare sul ghiaccio. Era il momento di partire: sua moglie e le sue amiche avevano acceso il fuoco e suo figlio aveva liberato i cani ed indossato gli scarponi. “Partiamo” disse, quasi urlò, Mark, e un uccello si levò in volo…


Tobia T.

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