Il paesaggio rappresentato è il paesino sperduto di montagna in cui è vissuto mio nonno.
In primo piano si nota l’alto albero di cipresso che veglia da secoli sul villaggio.
Accanto ad esso è presente il piccolo arbusto di bacche gialle che si può ritrovare in ogni angolo dell’ambiente.
Scendendo a osservare meglio il piccolo villaggio si nota subito la luminosa chiesetta, meta di raduno di tutti gli ultrasettantenni presenti nella zona. Il campanile svetta tra le umili case rischiarate dal chiaror di luna, unica fonte di luce.
Si nota però qualche finestra illuminata dalla gioiosità delle famiglie ancora riunite a cena. Tra un po’ gli uomini scenderanno nelle stalle per l’ultima mungitura del giorno mentre le donne e i bambini si prepareranno per la notte.
Uscendo dalla cittadina si entra in un fitto bosco di verdi alberi bassi.
Questo confina con i monti dalle dolci ondulazioni, dalle cime grigie che, con il calare della notte, si trasformano in curve di un azzurro intenso, che sfuma in tinte sempre più scure.
Regina del paesaggio è la Luna.
Luminoso sorriso nella bocca scura della notte si fa compagnia con le vivaci stelle circondate da vortici di luce. Rischiarano il buio del cielo con una danza di scintille lucenti.
Osservando questo spettacolo mi sento libero.
Il mio nome è Vincent Van Gogh e questo è il villaggio dove ora anch’io vivo.
Elisa F.
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